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Qual è la differenza fra auto ibride e ibride plug-in?

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Le auto ibride sono sempre più diffuse nelle strade delle nostre città, grazie anche agli incentivi dedicati a coloro che decidono di acquistarne una. Negli ultimi tempi si vedono circolare anche molte ibride“plug-in”: oggi cercheremo di capire come funzionano, qual è la differenza dalle classiche ibride e, soprattutto, se possono rappresentare un’alternativa valida a queste ultime.

Come funzionano le auto ibride?

Le auto ibride, come dice il nome stesso, sono dotate di due motori, uno termico (a combustibile) e uno elettrico (alimentato da una batteria), che funzionano in sinergia fra loro.

Tutto questo si traduce in un risparmio di carburante e, soprattutto, in una riduzione delle emissioni inquinanti.

Quali le differenze tra auto Ibride e Ibride plug-in?

Il principio di funzionamento delle ibride plug-in è sostanzialmente uguale a quello delle ibride: la principale differenza sta nel fatto che le plug-in sono equipaggiate con una batteria con capacità maggiore che, oltre a poter essere ricaricata grazie al motore termico, per poter sfruttare appieno le sue funzioni deve essere collegata a una fonte elettrica esterna (come le auto 100% elettriche, per intenderci)

Inoltre, le plug-in sono molto più performanti: se una ibrida “normale” è in grado di viaggiare sfruttando esclusivamente il motore elettrico per 5 km al massimo, una plug-in a piena carica può viaggiare in modalità 100% elettrica per tragitti molto più lunghi (anche 60 km).

Inoltre le plug-in, grazie alla doppia propulsione, riescono a sviluppare un gran quantitativo di cavalli, mantenendo bassi i consumi (possono addirittura scendere sotto i 2 l di benzina ogni 100 km) e le emissioni di CO2 (caricando la batteria una volta al giorno queste ultime possono subire un abbattimento del 50%)

Auto ibride plug-in: pro e contro

Fino a qui abbiamo parlato della differenza tra auto ibride e ibride plug-in, ora cerchiamo di capire se le ibride plug-in convengono e quando.

Cominciamo col dire che, se è vero che in media un’auto ibrida plug-in costa circa il 30% in più rispetto a un’ ibrida tradizionale, è anche vero che le plug-in garantiscono un maggior risparmio di carburante (a batteria carica), oltre a dare diritto a incentivi più consistenti, in quanto emettono meno CO2.

Il problema, come del resto per le auto elettriche in generale, resta l’approvigionamento di elettricità: le colonnine di ricarica in Italia sono ancora poche (la maggior parte nelle grandi città) e i tempi di rifornimento sono lunghi (anche 30 minuti).

La soluzione ideale (per chi ne ha la possibilità), sarebbe installare un box di ricarica domestico, procedura che ha un costo, che comunque verrebbe ammortizzato piuttosto velocemente da coloro che utilizzano l’auto soprattutto in città, sfruttando la modalità 100% elettrica.

Analizzati pro e contro, le ibride plug-in convengono senza dubbio a tutti coloro che hanno la possibilità di ricaricarle a casa (senza dipendere dalle poche paline disponibili) e che le usano principalmente per brevi tragitti (come per andare al lavoro).

Questo è un discorso che vale anche per le auto elettriche, ma rispetto a queste ultime le ibride plug-in hanno un vantaggio fondamentale: qualora la batteria si scaricasse, entrerebbe in funzione il motore termico, senza rischi di rimanere a piedi come con le auto elettriche.

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